Teatro

Proserpine, una femminista ante litteram per l'apertura del Festival dei 2 mondi di Spoleto

Dísella Lárusdóttir (Proserpine)
Dísella Lárusdóttir (Proserpine) © Clair McAdams

Un'Opera tratta dal dramma in versi scritto dai coniugi Shelley aprirà venerdì 28 giugno il Festival di Spoleto: è la seconda parte di una trilogia dedicata alla rivisitazione dei miti antichi.

Proserpine (INFO e BIGLIETTI) è un dramma in versi scritto per bambini dai coniugi e scrittori romantici inglesi Mary Shelley e Percy Bysshe Shelley nel 1820, quindi durante il periodo in cui vivevano in Italia. Venne sovente considerato una sorta di partner del loro spettacolo Midas ed apparve per la prima volta nel giornale londinese The Winter's Wreath nel 1832.

Proserpine la femminista

Appena pubblicato il testo, ci fu un interessante spunto di discussione, nella considerazione che questo poema potesse non essere stato concepito per essere messo in scena. Ecco dunque un interessante spunto per affrontare quest'attesa apertura del 62° Festival dei 2 mondi: una messa in scena forse mai pensata dall'autore.
 

Per INFO, DATE e BIGLIETTI: Proserpine (scheda dello spettacolo)

Giorgio Ferrara


Ovidio racconta il rapimento di Proserpina da parte di Plutone, sugli echi del mito greco di Demetra e Persefone, e Mary Shelley lo riprende per concentrarsi sui personaggi femminili diventando talvolta finanche femminista, dal punto di vista di Cerere e su temi come la separazione tra madre e figlia e ancor più per la forza collettiva generata da una comunità di donne, fino alla chiara dicotomia Cerere/vita e amore, contro Plutone/morte e violenza. 

Un modo per essere assai attuale, nel dibattito coevo agli Shelley, ed anche un loro impegno particolare nel quale marito e moglie hanno assunto i tradizionali caratteri, l'uno con i versi lirici "Arethusa" e "Canto di Proserpina mentre raccogli fiori sulla pianura di Enna" (di cui un manoscritto ricordiamo di aver visto in buone condizioni nella Collezione Pforzheimer della New York Public Library) e l'altra con la tradizionale empatia “femminile” di inizio '800, non scevra di dettagli della quotidianità.
 

Orchestra Giovanile Italiana


Toni ed intenzioni all'epoca non sottolineati abbastanza dalla critica, possiamo dire. A Proserpine non fu subito riconosciuta infatti la valenza di caposaldo della coscienza femminile che meritava quantomeno di diritto l'autrice, figlia della prima “femminista” inglese Mary Wolstonecraft e quindi anche portatrice inevitabile e consapevole di memorie poi trasfigurate nel mito. 

La scrittura di René de Ceccatty e Giorgio Ferrara quindi, sfrondata di miti ultronei e incentrata sul nucleo del racconto (Proserpina e Cerere, le ninfe Ino e Eunoe, la naiade Aretusa, la messaggera Iris e il demone Ascalafo) sembra in qualche modo fare giustizia, promettendo di riportare al centro proprio l'universo femminile e progressista di cui Mary Shelley era simbolo, con la sua tragica vita di fughe e lutti, oltre che di fantasia e fede.
 

Silvia Colasanti

Prosegue la trilogia dei miti

Dopo il Minotauro tratto da Dürrenmatt, questa Proserpine fa dunque parte di una trilogia che al Festival intende rivisitare i miti antichi evocandone l'ancestralità, il suo appartenere all'inconscio collettivo, per raggiungere il quale viene di nuovo affidata la composizione musicale alle espressioni insolite e neoclassiche di Silvia Colasanti.

Proserpine sarà Dísella Lárusdóttir e Ceres Sharon Carty, la regia dell'Opera è a cura dello stesso Giorgio Ferrara, mentre le abilità tecniche sono nelle sicure mani di Sandro Chia (scene), Vincent Darré (costumi) e Fiammetta Baldiserri (luci).

A dirigere l’Orchestra Giovanile Italiana il direttore Pierre-André Valade su musiche di Silvia Colasanti che, a dire di Ferrara "ha avuto il grande merito di aver inventato uno stile vocale, cosa che nelle opere contemporanee di solito non accade mai”. Si conferma con l’Orchestra giovanile e con la partecipazione dei Conservatori italiani la tradizione di Spoleto nel voler dare opportunità e visibilità alle giovani generazioni di artisti.  
 

Il primo weekend ed oltre

Ma venerdì 28 giugno ci sarà anche un'altra prima: al Teatro Romano vedremo lo spettacolo in tre atti My French Valentino, ovvero la vita di Rodolfo Valentino nella danza della Ecole-Atelier Rudra Bejart di Losanna diretti da Michel Gascard, su coreografie di Valérie Lacaze e musiche originali di Anne Vadagnin.

Al Chiostro di San Nicolò ci si attende invece il gioiello più particolare del Festival, una delizia rara come il teatro giapponese di Takigi No. Da solo, varrebbe di sicuro la trasferta.

Sabato 29 giugno al Sant’Eufemia cominceranno i concerti gratuiti di musica classica (a mezzogiorno e a sera), i Dialoghi femminili della giornalista Paola Severini Melograni, gli spettacoli della Mama, il concerto della banda della Polizia di Stato, i salotti letterari e sportivi del CONI, e lo spettacolo di danza Le stelle italiane nel mondo a cura di Eleonora Abbagnato. Al San Nicolò sarà poi in scena il Berlin Kabarett di Marisa Berenson, novella direttrice di cabaret a Berlino durante la Repubblica di Weimar, mentre al Teatro Nuovo arriva l’Orquesta Filarmonica de Medellín presentata dalla Cartagena Festival Internacional de Musica e diretta da Juan Pablo Valencia.

Una grande curiosità sarà soddisfatta domenica 30 giugno, quando la Fondazione Carla Fendi presenterà al Teatro Caio Melisso l'annunciata "narrazione integrata" sull'intelligenza artificiale, Ecce Robot per la regia di Quirino Conti, durante la quale alcuni robot suoneranno degli strumenti musicali in un video d’autore, con racconti tratti da Isaac Asimov.


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